Tra l’autunno del 2021 e la primavera del 2022 il progetto BRIDGES ha lavorato a una survey nazionale rivolta a giovani ricercatori sul tema delle le narrazioni su scienza, ricerca e società.

Chiediamo a Christian Colella, giovane ricercatore dello staff di BRIDGES, come è nata e quali sono gli obiettivi.

Qual è il razionale/la struttura dietro alle domande?

Con questa survey intendiamo indagare le narrazioni emergenti su scienza, tecnologia, società e sistemi ecologici nei giovani ricercatori e ricercatrici italiani/e. Per farlo ci siamo principalmente basate su alcune delle questioni provenienti dalla letteratura dei Science and Technology studies, privilegiando in particolare alcune tematiche quali Responsible Research and Innovation, Post-normal science, multispecies studies, che esplorano il ruolo della conoscenza scientifica nelle società complesse. Nel questionario iniziamo con il chiedere delle informazioni che ci servono ad inquadrare il profilo del ricercatore o della ricercatrice su un piano socio-anagrafico, ricostruendo la loro biografia di ricerca, quindi da dove vengono, dove fanno ricerca, quale posizione ricoprono, se hanno fatto del precariato o esperienze all’estero.
Nella seconda sezione procediamo con alcune domande sulle percezioni della ricerca scientifica ed accademica, qual è il loro universo valoriale, il rapporto con l’oggettività e neutralità della scienza, come la ricerca viene legittimata internamente ed esternamente in confronto ad altri tipi di conoscenza o nel pubblico.
La terza sezione è dedicata alle ‘interazioni disciplinari’ e alle condizioni che rendono possibile la transdisciplinarità, oggi considerata sempre più importante nella formazione di chi fa ricerca; qui cerchiamo di indagare le esperienze e le percezioni sulle forme di collaborazione tra discipline in contesti sia accademici che extra-accademici, in particolare con la cittadinanza, ma anche con le forme di ricerca artistica. BRIDGES ha infatti una componente transdisciplinare molto forte, come dimostrano le attività di workshop che si terranno nella residenza di ricerca artistica Pianpicollo Selvatico.
Nella quarta ed ultima parte i respondent sono chiamati ad esprimersi sul ruolo della ricerca all’interno della società e nel contesto di alcune questioni socio-ecologiche complesse, come l’emergenza sanitaria che stiamo affrontando da più di due anni o quelle che verranno, come gli effetti dei cambiamenti climatici antropogenici.

Si tratta di uno studio esplorativo, o ci sono risultati attesi? Se ci sono, quali sono?

Si tratta di un’indagine esplorativa che, oltre a restituire uno spaccato degli immaginari e delle attitudini nei confronti del fare ricerca in italia, avrà anche la funzione di servire da base per orientare le nostre future attività. I workshop di BRIDGES, che coinvolgeranno un numero selezionato di ricercatori e di ricercatrici che avranno risposto alla survey, saranno orientati ad affrontare insieme alcune delle riflessioni che abbiamo cercato di stimolare con la nostra survey.
Perché è limitata alle persone che lavorano in italia?
In Italia assistiamo sempre più spesso, nel dibattito pubblico, ad una polarizzazione tra scienziati di diverso orientamento o tra scienziati e cittadini; eppure non ci sono molti studi che cercano di comprendere il fenomeno. Peraltro la Fondazione Cariplo, che finanzia il progetto, è molto interessata al contesto italiano.

Perché è limitata a “giovani” ricercatori e ricercatrici? Cosa intendiamo con giovani?

Il nostro progetto vuole riflettere sul rapporto che esiste tra produzione di conoscenza accademica ed ecologia e mettere i ricercatori nella condizione di affrontare questi temi complessi. Prendiamo il tema della salute del suolo come caso studio, ma potremmo parlare anche di mitigazione del cambiamento climatico antropogenico, di perdita della biodiversità, dell’aumento di specie invasive, ecc; tutti temi estremamente connessi. E’ indubbio che queste tematiche si stiano imponendo nell’agenda politica, come è anche indubbio che tali questioni siano sempre più al centro dei programmi di ricerca. La ‘terza ondata’ delle mobilitazioni ambientali è caratterizzata dal protagonismo giovanile, si pensi ad Extinction Rebellion o a Fridays For Future. Lavorare con i ricercatori e le ricercatrici giovani o in formazione, provenienti da settori disciplinari molto differenti, significa comprendere e stimolare in loro una riflessione sul legame indissolubile che esiste tra il pensare alla scienza e il pensare all’ecologia. BRIDGES ambisce a stimolare in loro un’attitudine autoriflessiva che li porti a concepire la ricerca (e se stessi) come ‘forza ecologica’.
Per la definizione di “giovani ricercatori”, ci siamo riferiti al contesto europeo, in cui si parla di “early-career researchers” (ERC) e di early-stage researchers (ESR), vale a dire dottorandi o borsisti o assegnisti nell’arco di quattro anni dalla laurea. Ma abbiamo considerato anche il contesto italiano, in cui il percorso formativo di un ricercatore dura più a lungo. La nostra survey è diretta a loro.
Il questionario è studiato per dar luogo a percorsi personalizzati a seconda della provenienza disciplinare del respondent ed altre caratteristiche dei respondent attraverso l’utilizzo di filtri automatici. Questo è particolarmente evidente nella sezione dedicata alle ‘interazioni disciplinari’ in cui i respondent sono chiamati ad esprimersi sulle collaborazioni già avute con altri ricercatori e ricercatrici provenienti da altri settori disciplinari diversi dal proprio. Ad esempio, nel caso tu fossi un ricercatore nel campo delle scienze naturali si andranno ad indagare le percezioni e le attitudini rispetto alla collaborazione con le scienze sociali, e viceversa.
La stesura del questionario è frutto di un lavoro collettivo al quale tutte e tutti i membri di BRIDGES hanno partecipato e che si avvale della collaborazione con colleghe dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (IRPPS) del CNR, che hanno grande esperienza sulle survey. Dopo aver concluso la prima bozza, il questionario è stato testato in due momenti. Il draft della survey è stato sottoposto a 4 docenti, ricercatori e ricercatrici in metodologia della ricerca sociale, Sociologia e Science and Technology Studies. Questo passaggio ci è servito molto a capire quali fossero le debolezze e quali i punti forti da valorizzare nella stesura del questionario. In un secondo momento, dopo aver trasposto la bozza del questionario sulla piattaforma Limesurvey, abbiamo condotto dei test con 5 giovani ricercatori e ricercatrici di diverse età e background disciplinari, i quali sono stati ‘osservati’ durante la compilazione del questionario, prendendo nota dei tempi impiegati per rispondere a ciascuna domanda e, in fine, lasciando spazio ai loro commenti stimolati da alcune nostre domande. Questo secondo test si è rivelato estremamente interessante, al punto che quasi ogni ‘test’ si è tramutato in una vera e propria lunga intervista in profondità sulle tematiche presenti nella survey ed altre tematiche al centro del nostro progetto di ricerca.

(intervista di Samuele Giatti a Christian Colella, cura redazionale Rita Giuffredi)